Il volume nasce da una serie di riflessioni maturate negli ultimi anni che, tessendo le trame della formazione con quelle dell’emozione e della ragione, rivolgono l’attenzione alla scuola come “palestra di competenze per la vita” e al docente come “orientatore” e “detentore di salute pubblica”, disposto ad assumersi la responsabilità emotiva della sua professione che deve essere intesa come una professione di cura, di aiuto, di orientamento. Prende così corpo la proposta di un “insegnante emotivo” che nasce dalla presa d’atto che, al fianco di competenze di contenuto e disciplinari, didattiche e comunicative, deve acquisire ed esercitare anche competenze “cliniche”, ermeneutiche e trasformative che non possono essere affidate alla sensibilità personale o alla spontaneità/casualità dell’esperienza. Devono, invece, essere apprese sin dai momenti di formazione iniziale degli insegnanti e possono tradursi in una “saggezza formativa” e in una “sensibilità emotiva”, che deve divenire abito professionale ma, prima ancora, modalità di valutazione riflessiva della propria professionalità, dei contesti e delle relazioni che la connotano.